mercoledì 31 ottobre 2007
Dandy mag
Dandy bride
martedì 30 ottobre 2007
Dandy femme
venerdì 19 ottobre 2007
Dandy parfume
Dandy one more
Dandy shoes
giovedì 18 ottobre 2007
Dandy toys
Dandy shop
mercoledì 17 ottobre 2007
Dandy compliments
Dandy Max
martedì 16 ottobre 2007
Dandy Vodka
lunedì 15 ottobre 2007
Dandy breakfast
venerdì 12 ottobre 2007
Dandismo pensiero
Dry martini... tra Bond e Buñuel
Ed esattamente qui sorge la domanda quasi metafisica: quanto dry deve essere un dry martini? Da una parte, James Bond che ha reso famoso questo cocktail, nonostante sia un connaisseur par excellence, che capisce da un sorso l’annata di un Bollinger, non offre delle descrizioni riguardo la voluta secchezza del suo dry martini. E’ però molto sensibile a come il gin si mescola con il vermouth, cosicché la bevanda non si ferisca (bruised) con un mescolamento barbaro. Shaken, not stirred. Così come molto probabilmente preferisce Bond anche il sesso: agitamento delle sensazioni e non degli sgarbati contorsionismi. Dall’altra parte, per fortuna abbiamo le regole ferree di Luis Buñuel, del grande regista surrealista. Buñuel si è occupato tante volte di cibo, in modo sicuramente eversivo, nei suoi film. La famosa scena nel film “Il fantasma della libertà”, ove il cibo viene consumato nella toilette e la defecazione avviene nella sala da pranzo, la scena in cui i borghesi nel “Il fascino discreto della borghesia” bevono il dry martini cercando inutilmente il pasto perfetto, ne sono due esempi classici. Buñuel si è occupato inoltre delle regole esatte per ottenere un dry martini (nella sua autobiografia “My last sigh”). La sua ispirazione per la ricetta ideale è presa dall’Immacolata Concezione. Senza disposizione surrealistica o umorismo eversivo, Buñuel ricorre al grande filosofo medievale, Tommaso d’Aquino, che parla dell’Immacolata Concezione nel modo seguente: “come un raggio di sole trapassa una finestra, lasciando intatto l’imene della Vergine...”.
Nello stesso modo, secondo Buñuel, un raggio di sole deve trapassare una bottiglia di vermouth (e certamente, quando parla di vermouth intende solo il fine, quasi senza dolcezza e stupendamente sensibile Noilly Prat), prima che essa si scontri con il gin. Lo spirito del vermouth semplicemente si infonderà con la sua grazia nel liquido trasparente, per dar vita all’immacolato e molto dry martini. Con religioso rispetto, come se fosse una nuova Arca dell’Alleanza, Buñuel depone l’assoluta ricetta per il dry martini. Dice allora: “ecco la mia ricetta personale, frutto di lunghi ed elaboratissimi esperimenti, garantita per i suoi risultati perfetti. Prima che arrivino i vostri invitati, mettete tutti gli ingredienti, bicchieri, shaker e gin in frigorifero. Utilizzate un termometro per accertarvi che il ghiaccio stia a 20° sotto lo zero – il ghiaccio deve essere molto ghiacciato e duro, cosicché non si sciolga... non esiste niente di peggio che un martini annacquato.
Non togliete niente dal frigorifero, finché non siano arrivati i vostri invitati. Allora, fate sgocciolare poche stille del Noilly Prat e mezzo cucchiaino di Angostura bitters sopra il ghiaccio. Mescolate e poi scolate il liquido tenendo solo il ghiaccio, che manterrà il tenue gusto di entrambe. Versate il gin sul ghiaccio, agitate di nuovo lo shaker e servite". Buñuel, però, nonostante la precisione della sua ricetta non dice il tipo di gin che utilizza per questo emblematico cocktail; non parla nemmeno dell’oliva, del limone o del Gibson’s. Dato che era spagnolo, forse preferiva le olive verdi ripiene di mandorle. Per quanto riguarda il gin, l’Inghilterra è da sempre una fonte autorevole per questa bevanda e naturalmente marche come il Bombay Sapphire, il Tanqueray, il Ten, rappresentano le scelte più indicate. E di sicuro, almeno secondo il dry martini di Buñuel, mai la vodka. Questa sarebbe una bestemmia ed un’eversione surrealistica...
giovedì 11 ottobre 2007
Dandy e cavaliere
Un vero Dandy, ma non solo. Ricercatore, filologo, scrittore e studioso dell'arte del "vivere inimitabile"
http://andrea-sperelli.livejournal.com
Dandy e Snob
Lo snob è un opportunista privo di consapevolezza individuale, desideroso di ascendere la scala sociale spacciando ruolo, rango e competenze al di sopra delle proprie limitate prerogative. Lo snob è un arrampicatore sociale, che disprezza i suoi simili credendo così di elevarsi ad un rango superiore. Si fa scimmia dei potenti, confida nel progresso e nella politica, diventa, per autoingannarsi, manichino indossante abiti all'ultima moda; al contrario del dandy, lo snob veste ciò che è nuovo, sia brutto o no - dato che ha i gusti personali congelati dal trendy, mentre il dandy preferisce conciliare la bellezza con la moda, creando quel giusto miscuglio di originalità e classico che ritiene necessario per non sforare nell'eccentricità o nello stupido trendy dello snob della domenica.
Il dandy seduce e adora 'far piaceri'; lo snob 'non guarda in faccia nessuno'. Lo snob è cugino primo di quel borghese puritano contro cui Baudelaire e compagni si schieravano; oggi il borghese è in decadenza, o, a seconda dei punti di vista, si è evoluto nello snob, una sanguisuga che serve il potere e, appena ne ha l'occasione, maltratta i più deboli.
E, quando lo ritiene necessario, tenta di imitare il dandy, ma inutilmente. Crede di assomigliargli ostentando freddezza e distanza, mostrandosi superiore come la donna-sfinge di Wilde: enigmatica ma assolutamente priva di segreti. Ma il dandy, nonostante tutti gli sforzi dello snob per somigliargli, è al di sopra di lui e al di sopra di quelli davanti ai quali lo snob si umilia sperando, un giorno, di sostituirli. Il dandy vive sempre nel passato e, a volte, nel futuro; lo snob si arrabatta nel presente.
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