giovedì 9 agosto 2007

Jannacci Dandy


LUNA ROSSA “Ma … Guarda che stramba! Guarda che stramba!! Ocio che parte… Ocio che parte un pugno No! Gira… A sinistr… A sinistra si dice a dritta!… Parte… Tira fuori il tangone! Tira fuori il tangone! Eh la Madonn…” Mentre qui che un bignè tira l’altro e son volati trecento caffè e di gente che sta fuori a quest’ora o va in giro a sparare o va al tabarin. Siamo un grappolo umano che con gli occhi sbarrati non si stacca da quella TV siamo pronti a gridare, soffiare sudare… Ma che cosa volete di più. Siamo qui da Palermo via Roma per Posillipo, è ovvio, Milano per forza (anche Genova) tutta gente che crede bolina sia una nuova polpetta cinese… Ma va?! Tutta gente stravolta, che ti chiede uno straccio per lavarsi il sudore che c’è viene, fuori tutta l’adrenalina se la strizzi salta su anche il parquet.
Ehi Luna Rossa, dai fagli una mossa, ma per fargli capire che: “Uno! Due! Tre!” Che quegli altri non son meglio di te. Ehi Luna Rossa dagli come una scossa che li fa rimbalzare come tanti birilli anche a tremila metri da te.
Ora è quasi mattina, uno piange isolato…
L’han lasciato fuori dal tabarin, mentre il grappolo umano decimato da infarti non capisce più niente perché, non capisce se ha vinto, se ha perso… Si domanda: “Ma Francesco dov’è?!”. Tra gli spruzzi, le onde, le scotte, le drizze spunta fuori anche un cameraman.
Oehi Luna Rossa, ho detto solo una scossa, si ma non di sparare col mitra alzo zero, come fossimo in guerra sul Titanic.
Oehi Luna Rossa vai che sei una forza! Certo che è stata dura, ma adesso che voglia, che voglia di ridere ho! Ehi Luna Rossa! Vai che sei una forza! Certo ch’è stata dura ma adesso, che voglia, che voglia di ridere che ho. Ehi Luna Rossa! Vai che sei una forza. Adesso abbracciali tutti che voglia, che voglia voglia di ridere ho!
“Oehi! Scusa… Ma abbiam vinto o abbiam perso? No perché… Io son tre ore che giro le maniglie… Ma abbian vinto? Ma c’è la penalità!!… Tira fuori il tangone! Stramba! Ma è finita… Tu di barche non hai mai capito niente! Tu di barche non hai mai capito un cazzo!”


Enzo Jannacci / Paolo Jannacci